Arrivò al canile assieme ad altri due fratellini: loro belli e sani, lei con quella patetica zampetta che ciondolava, inutilizzabile. Forse così c’era nata o forse chissà...Certo faceva una gran pena vederla muovere su tre gambe anche perché, inevitabilmente, il pensiero di tutti, in canile, andava al suo futuro. Sarebbe entrata anche lei a far parte del club degli scartati? Pimpi però sembrava non curarsi affatto della sua menomazione. Mai si era visto cucciolo più pieno di vita, più gioioso, una vera forza della natura! Ben presto divenne la nostra mascotte. Quasi a volerla compensare della sua disgrazia, lasciavamo che si aggirasse libera nel canile senza subire la reclusione del box. Piaceva a tutti vedersela arrivare addosso come una scheggia, felice per tutti quegli amici che se la coccolavano e la riempivano di affetto. Mentre ancora il veterinario si chiedeva cosa fare, se amputare o meno quell’inutile moncone, la sfortuna tornò nuovamente ad accanirsi contro questo mezzo chilo di cane. Anche quel giorno, fiduciosa come sempre, corse a far festa ad un altro cane che invece l’addentò in malo modo. Si dovette operare ed anche la zampetta fu amputata. Dopo l’intervento la povera Pimpi stava così male che temevamo tutti per la sua vita. Non sembrava più lei quel fagottino smorto nella minuscola cuccia e già ci consolavamo pensando che forse era meglio così. Invece, ancora una volta, la sua voglia di vivere prevalse. Il passare dei giorni la faceva rifiorire. Imparò con naturalezza a muoversi su tre zampe e tornò ben presto la Pimpi di prima, sempre in movimento, sempre festosa e allegra. "Gente allegra Dio l’aiuta" recita il proverbio. Infatti la cattiva sorte, per Pimpi, era ormai alle spalle: aveva trovato una famiglia che se la portava a casa. Forse per questo suo speciale carattere, forse per fare un’opera buona (oh, ne esistono ancora di brave persone!), Ilaria e Alessandro quando la videro decisero che l’avrebbero comunque adottata, "gamba più gamba meno". A loro, così come alla famiglia di Maurizio, di Marley, di Elise e di altri nostri cani con handicaps fisici o di comportamento, va il nostro ringraziamento e la nostra riconoscenza, per l’amore e l’abnegazione con la quale si dedicano a questi paria della razza canina.
Resteranno per sempre nella particolarissima "galleria" dei nostri benemeriti, coloro, cioè, che ben meritano. |