NUOVA VERGOGNA PRO-CACCIATORI IN TOSCANA
Scritto da gfrosinini il Aprile 13 2015 13:31:58

NUOVA VERGOGNA PRO-CACCIATORI IN TOSCANA: UNA PICCOLA MODIFICA ALLA LEGGE FA TORNARE INDIETRO DI 25 ANNI LA PREVENZIONE DEL RANDAGISMO.

E' avvenuto nell'oscuro dei palazzi il nuovo colpo di mano, in Toscana, a favore della lobby dei cacciatori. Il 27 marzo 2015 una modifica della norma regionale, apparentemente insignificante per i profani, spalanca le porte ad un nuovo randagismo, in una regione che già vede nei suoi canili riempiti per buona parte da cani 'da caccia'.

Dopo il comma 1 dell'articolo 40 della legge regionale 20 ottobre 2009, n. 59 (Norme per la tutela degli animali. Abrogazione della legge regionale 8 aprile 1995, n. 43 "Norme per la gestione dell'anagrafe del cane, la tutela degli animali d'affezione e la prevenzione del randagismo"), è inserito il seguente:

" 1. bis In sede di prima contestazione, le sanzioni per la violazione delle disposizioni di cui all'articolo 24, comma 2, e articolo 26 non si applicano se il responsabile provvede all'identificazione e ed all'iscrizione entro i successivi dieci giorni.".

"Ciò significa" commenta sdegnato Marco Bravi, Presidente del Consiglio Nazionale nonchè coordinatore regionale per la Toscana dell'ENPA "la sostanziale impunità dei cacciatori che non identificano obbligatoriamente il cane come prescrive la Legge. Vista l'esiguità dei controlli e l'assenza di rischio sanzionatorio ricominceranno gli abbandoni dei soggetti giudicati non idonei per la caccia, ritornando di fatto indietro di decenni sul piano legislativo. Una visione miope della Regione Toscana destinata ad aumentare i costi per la collettività e i rischi per la circolazione stradale, diminuendo il livello di civiltà faticosamente raggiunto in questi anni. L'avvicinarsi delle scadenze elettorali rende l'obiettivo di questa operazione evidente; ma speriamo che l'indignazione superi il clientelismo venatorio che guida queste scelte arroganti. Sono infatti fatte sapendo che possono essere controbattute solo da costosissimi ricorsi al TAR, che dissanguano le associazioni senza scopro di lucro come ENPA, che non riceve sovvenzioni statali di alcun tipo.
Colpisce l'assenza di reazione, il disinteresse, la distrazione anche del mondo di tutela ambientale che, mentre magari dibatte ore sull'etica del nulla, non vede passare sotto il naso un tale scempio normativo. Il coordinamento regionale ENPA della Toscana, unitamente alle sezioni di tutta la regione, valuterà nei prossimi giorni come agire contro questo ennesimo 'stupro' perpetrato a danno del percorso di civiltà fatto dalla Società civile a tutela degli animali."